La Manna: l’oro bianco delle Madonie

Sapete che le Madonie nascondono un vero e proprio tesoro?! Un tempo chiamata miele di rugiada, la Manna è considerata una vera e propria ricchezza!

Ricavata dalla linfa solidificata del frassino meridionale, specie che cresce in particolare nell’area del Parco delle Madonie, la Manna è uno dei prodotti più antichi della nostra Isola, ricca di zuccheri e di proprietà nutrienti.

La storia della Manna
Diffusa soprattutto nell’area mediterranea, la Manna era già nota ai Greci e ai Romani per le sue molteplici proprietà terapeutiche. In particolare, essa veniva somministrata ai neonati che soffrivano di coliche nei primi mesi di vita. In Sicilia, venne introdotta dagli Arabi, i quali la consideravano cibo divino per la sua estrema dolcezza. Ben presto, buona parte dell’Isola nord-occidentale venne destinata alla coltivazione di frassini, grazie alle temperature miti e ai terreni scoscesi. Negli anni, l’attività si diffuse anche nelle altre regioni del Sud Italia. Fino agli anni Cinquanta, questo straordinario prodotto rappresentò un’importante risorsa economica del Paese, richiesto soprattutto dall’industria farmaceutica e dolciaria. Ma partire dal secondo dopoguerra, la coltivazione di frassini meridionali (o “da manna”) subì un rapido declino, restano prevalentemente ancorata nei territori di Castelbuono e Pollina.

L’aspetto
La Manna si presenta sottoforma di una sostanza biancastra solida, generalmente di forma allungata, definita “a cannolo”. La sua caratteristica dimensione deriva dal processo di colatura della linfa che, una volta fuoriuscita dal tronco, si solidifica a contatto con l’aria, creando delle tipiche stalattiti.

La lavorazione
La Manna viene estratta artigianalmente durante la stagione estiva (soprattutto nei mesi di luglio e agosto) per opera dell’ntaccaruolo, il quale, munito di appositi strumenti, incide la corteccia del frassino. Per farlo, utilizza sia il mannaruòlo, per incidere, che la rasula, utile per raschiare la manna che rimane incastrata tra i solchi della corteccia. Praticata l’incisione, la manna viene fatta colare lungo un filo di nylon posto su una sottile lamina di acciaio. Una volta a contatto con l’aria, la linfa solidifica dando vita alla classica ‘manna a cannolo’. Da lì, viene lasciata essiccare ancora al sole per alcuni giorni. Alla prima asciugatura, ne segue una seconda. Da quel momento la manna è pronta per essere commercializzata.

Le proprietà
La Manna è soprattutto nota grazie alle sue molteplici caratteristiche. Ricca di oligoelementi, vanta numerose proprietà energizzanti, depurative e rinfrescanti. Grazie alla presenza del mannitolo, suo principale componente, la manna è un dolcificante del tutto naturale, ottimo sostituto allo zucchero, potendo così esser consumato anche da chi soffre di diabete. Rigenera la flora intestinale, rafforzando le difese immunitarie. Inoltre, le sostanze antiossidanti di cui è composta favoriscono l’eliminazione delle scorie e dell’adipe in eccesso, rendendola un ottimo alleato per la linea. In tempo più recenti, per le sue proprietà lenitive ed emollienti è utilizzata anche nel campo della cosmesi naturale.

Sagre ed eventi
Alla manna è dedicata una sagra annuale che si svolge a Pollina durante l’ultima settimana di agosto, con diverse degustazioni e la possibilità di assistere dal vivo alla sua estrazione dagli alberi. Sempre a Pollina, inoltre, è stato istituito anche il Museo Etnoantropologico della Manna, nel quale sono custoditi gli strumenti più significativi dell’attività artigiana e contadina, utilizzati ancora oggi per la raccolta.

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